L’attentato a Togliatti e la rivoluzione mancata

Giuseppe Pardini, Prove tecniche di rivoluzione. L’attentato a Togliatti, luglio 1948, Luni Editrice, Milano 2018//

di Alberto Mario
Sono trascorsi poco più di settanta anni dal grave attentato perpetrato il 14 luglio 1948 ai danni del segretario del Partito comunista italiano Palmiro Togliatti da un giovane nazionalista Antonio Pallante, iscritto all’Uomo qualunque, ma ancora non era stata fatta piena luce sulle attività insurrezionali del PCI dei giorni successivi.
Ad aprire uno squarcio sulle vicende avvenute nel luglio 1948 abbiamo finalmente a disposizione lo studio, da poco apparso in libreria, realizzato da Giuseppe Pardini, che spiega le origini dei gravi disordini avvenuti, fra il 14 e il 17 luglio dello stesso anno, dopo l’arresto dell’attentatore, grazie all’utilizzo dei documenti provenienti dagli uffici di informazione dello Stato maggiore dell’esercito, che ci permettono di fare maggiore chiarezza sulle violenze di quei giorni di luglio e sul ruolo del PCI.
Finora, la vulgata ufficiale aveva ribadito che i moti di protesta in tutta Italia erano avvenuti spontaneamente, non avendo – a detta della storiografia – alcuna finalità eversiva e senza alcuna organizzazione alle spalle. Ma i documenti utilizzati da Pardini dimostrano che i moti furono il prodotto di un’azione insurrezionale organizzata dalla struttura paramilitare del PCI, che mise a dura prova la tenuta del nuovo sistema democratico, a pochi mesi dall’avvio della prima legislatura.

[…]

Il testo completo in “Annali della Fondazione Ugo Spirito”, a. 2019, n. 1, nuova serie, a. XXXI, pp. 339-342.