Anna Laura Sanfilippo (a cura di), “Le carte Pasquali Coluzzi. Le corrispondenze dei fascisti detenuti a Viterbo (1946-1953)” [2016], Euro 13,00

L’archivio Pasquali Coluzzi, prodotto da Giuseppina Pasquali Coluzzi, responsabile del Movimento italiano femminile di Viterbo (Mif), racchiude i carteggi dei fascisti detenuti nel carcere di Mammagialla del capoluogo laziale, che essi scambiarono con il Mif tra la seconda metà degli anni Quaranta e i primi anni Cinquanta. Ad essi, le cui famiglie erano quasi sempre lontane e non di rado in condizioni economicamente precarie, il Mif prestava assistenza morale e materiale. Le lettere dei detenuti sono un’importante testimonianza di sentimenti, desideri, progetti, umiliazioni, che denotano l’universo umano degli sconfitti, in seguito alla guerra civile della quale loro malgrado furono protagonisti.

 

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Francesca Garello, Lucia R. Petese (a cura di), Giuseppe Parlato (introduzione di), “Le carte di Concetto Pettinato tra giornalismo e politica” [2005], Euro 15,00 [3]

La documentazione conservata nel fondo è relativa all’attività di Pettinato come uomo di cultura e giornalista accreditato in Italia e in massima misura all’estero. Copre un arco cronologico assai ampio, dal 1900 al 1975; ha una consistenza di 33 buste e conta circa 13.000 documenti, di cui 7.967 lettere, 2.372 ritagli stampa e 102 fotografie. La parte più cospicua del materiale documentario è quindi la corrispondenza; esclusi i ritagli stampa e le foto, il resto delle carte è materiale eterogeneo raccolto e prodotto sia in seguito alle attività professionali di Concetto Pettinato, sia in conseguenza dei ricchi e fecondi rapporti personali con esponenti del mondo intellettuale internazionale.

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Lucia R. Petese (a cura di), Guido Melis (introduzione di), “Camillo Pellizzi: il percorso di un intellettuale tra fascismo e Repubblica” [2003], Euro 15,00 [2]

La documentazione conservata presso l’archivio storico della Fondazione Ugo Spirito è relativa all’attività di Pellizzi e copre un arco cronologico che va dal 1916 al 1979.
Si tratta, per lo più, di manoscritti e dattiloscritti di articoli per riviste e quotidiani; studi e appunti; di progetti e stesure di lezioni universitarie; di radioconversazioni e di rapporti ufficiali; di taccuini di appunti vari e blocchi per note; e, in ultimo, ma con una valenza primaria, di una vastissima corrispondenza.

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Simona Colini, Francesca Garello (a cura di), “Le carte di Giuseppe Di Nardi nell’archivio storico della Fondazione Spirito” [2003], Euro 15,00 [1]

La documentazione conservata presso la Fondazione Ugo Spirito è relativa alla lunga e feconda attività di Di Nardi come economista, studioso e docente universitario e copre un arco cronologico piuttosto ampio, dal 1931 al 1991. Si tratta di manoscritti e dattiloscritti di testi scientifici o di comunicazioni; di carteggi, relazioni, studi e appunti; di materiale di documentazione per i suoi studi; di tracce e schemi per le lezioni universitarie.

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