Con la Fondazione Spirito verso il 150° dell’Unità d’Italia

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venerdì 9 aprile

Gioberti, Cattaneo e il federalismo
Relatore: Prof. Danilo Breschi
Unint di Roma

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Sempre nel quadro dell’iniziativa “Verso il 150° dell’Unità d’Italia”, venerdì 9 e martedì 13 aprile si sono svolte le lezioni di Danilo Breschi su “Gioberti, Cattaneo e il federalismo”.
Le lezioni hanno avuto per oggetto la proposta, dibattuta soprattutto dopo il fallimento dell’esperienza mazziniana, di giungere all’unificazione del Paese attraverso un processo di “federazione” delle molteplici realtà statuali che frammentavano il territorio italiano.
Breschi ha innanzitutto spiegato la confusione esistente all’epoca tra i termini di confederazione e federazione, dal momento che la concezione federalista prospettava in realtà l’istituzione di una confederazione di Stati.
Fatta questa premessa, ha esaminato due figure rappresentative di due diverse correnti di pensiero del federalismo risorgimentale: Vincenzo Gioberti e Carlo Cattaneo.
Il primo, nato a Torino e fattosi sacerdote, dopo la giovanile militanza mazziniana aveva abbandonato la prospettiva rivoluzionaria perché ritenuta inutile, soprattutto a fronte del dispendio di sangue che comportava. Nell’opera Del primato morale e civile degli Italiani (1843) prefigurò quindi una confederazione tra i principati italiani sotto la presidenza del Papa, intravedendo nella religione cattolica l’elemento unificante dell’Italia. Colpito negativamente dal comportamento di Pio IX durante la prima guerra di indipendenza – che per timore di un eccessivo rafforzamento delle componenti democratiche aveva ordinato il ritiro delle truppe dall’alleanza antiasburgica – Gioberti modificò poi le sue posizioni. Nello scritto Del rinnovamento civile d’Italia (1851) giunse così a schierarsi a favore di uno stato unitario sotto la guida dei Savoia.

Opposta è invece la figura di Carlo Cattaneo, rappresentante del liberalismo lombardo. Breschi ha definito la sua proposta un “federalismo municipale”, perché basata sull’autogoverno di città che si sarebbero dovute federare fino ad unificare l’Italia (almeno nella sua parte centro-settentrionale). Proprio in questo approccio “municipalista” risiederebbe il segreto dell’attuale riscoperta del pensiero di Cattaneo.

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Testo della lezione

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