Un geografo sul campo di battaglia

Ernesto Massi

di Lorenzo Salimbeni

//Già docente di Geografia economica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (quasi in continuità con la sua frequentazione universitaria della Fuci dell’ateneo triestino) e presso la Regia Università di Pavia, nonché fondatore assieme al collega Giorgio Roletto di Geopolitica. Rassegna mensile di geografia politica, economica, sociale, coloniale (1939-1942), Ernesto Massi partì comunque volontario nella Seconda guerra mondiale. Rientrato nei ranghi del Regio esercito come Tenente di complemento di fanteria (specialità Bersaglieri), svolse soprattutto un apprezzato lavoro informativo nell’ambito degli uffici “I”, distaccati presso lo Stato maggiore delle grandi unità, mettendo a disposizione la sua vasta cultura, le sue competenze linguistiche (nato nel 1909 nelle terre irredente asburgiche da padre croato, svolse le scuole elementari a Graz in Austria) e le conoscenze affinate nell’ambito di specifici corsi di formazione per i militari afferenti al Servizio informazioni militare (Sim).
Il suo primo ambito di impiego nel 1941 fu lo Stato indipendente croato, assurto all’indipendenza sotto l’egida del Poglavnik degli Ustaša Ante Pavelić, ma ben presto diventato teatro di immani carneficine perpetrate dalle milizie ultranazionaliste croate a danno di serbi, zingari ed ebrei. I resoconti settimanali ed alcune schede specifiche custoditi nell’archivio della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice all’interno del Fondo Massi mettono in evidenza la sua conoscenza del territorio, della lingua e delle caratteristiche delle popolazioni autoctone, nonché la sua capacità di analizzare la difficile situazione politica locale. In effetti l’esercito italiano in Jugoslavia aveva schierato numerosi soldati ed ufficiali bilingui, spesso con cognomi di chiara origine slava, croati e sloveni del confine orientale (correndo il rischio che disertassero) oppure totalmente italianizzati anche da molte generazioni (quasi in analogia con le elite croate austriacizzate): le autorità di Zagabria chiesero l’allontanamento di alcuni di questi ufficiali, arruolati nella divisione Sassari, per manifesto anticroatismo1.
Nel frattempo la rivista Geopolitica cominciava ad affrontare con frequenza tematiche attinenti i Balcani, la Croazia e le possibilità di sviluppo italiano nell’Europa orientale. Meno corposo risulta il materiale inerente le successive destinazioni del fondatore della geopolitica italiana, vale a dire il fronte russo e siciliano, ambiti nei quali alle attività di ufficio accostò un maggiore impegno in prima linea, come si può anche evincere dalle decorazioni militari conseguite.

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Il saggio completo in “Annali della Fondazione Ugo Spirito”, a. 2016-2017, XXVIII-XXIX, pp. 115-142.

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