Carlo Panella, Il libro nero dei regimi islamici (Rizzoli, 2006)

 

Giovedì 13 luglio 2006 è stato presentato il volume di Carlo Panella, giornalista, esperto di storia e politica mediorientale, Il libro nero dei regimi islamici (Rizzoli, 2006).

Presentato da Danilo Breschi, l’incontro è stato introdotto dal giornalista del Tg5 Fabio Tricoli, che ha messo in evidenza l’importante percorso di ricerca compiuto in questi anni da Panella, sia come autorevole collaboratore de “Il Foglio”, sia in una serie di importanti volumi: Il “complotto” ebraico. L’antisemitismo islamico da Maometto a Bin Laden (Lindau, 2005); Saddam (Piemme, 2003); Piccoli martiri assassini di Allah (Mondadori, 2003).

Inquadrandola nell’attualità della nuova crisi mediorientale e della Palestina del dopo Arafat, Panella ha illustrato le radici teoriche e storiche del terrorismo islamista, chiarendo come esse non siano da ricercare – al contrario di quanto comunemente si afferma – nelle conseguenze del colonialismo occidentale, ma siano invece diretta conseguenza della teologia islamica radicale, divenuta dominante nel Medio Oriente e, più in generale, nel mondo musulmano.

Il “senso di colpa” – e la residuale interpretazione marxista dei rapporti nord-sud – con il quale spesso l’Occidente affronta la questione mediorientale impedisce – secondo Panella – la reale comprensione dei problemi e l’attuazione dell’unica strategia efficace contro il dilagare dello jiadhismo, cioè l’isolamento del radicalismo attraverso il sostegno alla minoranza musulmana laica, disposta a scindere l’ambito religioso da quello civile.

Chi volesse approfondire i temi dei libri di Carlo Panella – giornalista parlamentare di Mediaset – può accedere al sito www.carlopanella.it

 

Recensione

Giorgio Israel, All’origine dello scontro fra Jihad e democrazia
da “Il Foglio”, 14 giugno 2006

Giovanni Belardelli, Il Ventennio degli Intellettuali. Cultura, politica, ideologia nell’Italia fascista, Roma-Bari, Laterza, 2005

 

Giovedì 15 giugno 2006 è stata inaugurata l’iniziativa “I giovedì della Spirito” con la presentazione del volume di Giovanni Belardelli “Il ventennio degli intellettuali. Cultura, politica, ideologia nell’Italia fascista” (Roma – Bari, Laterza, 2005).

Tema della discussione – introdotta dal vicepresidente prof. Giuseppe Parlato, dal direttore della Fondazione Spirito prof. Giovanni Dessì e animata da un numeroso pubblico – è stato quello del grado e della misura dell’adesione degli intellettuali al regime.

La tesi presentata dall’autore ha proposto la definizione di “totalitarismo riluttante” e a “corrente alternata”, ovvero tipicamente imperfetto in ragione della varietà composita e spesso contraddittoria dell’ideologia fascista. La ricostruzione di questa pagina importante della storia culturale italiana ha evidenziato le oscillazioni e le ambiguità di atteggiamento dell’intellettualità, combattuta fra adesione sincera e strumentalità utilitaristica a sostegno delle politiche del regime; fra le tolleranze e le caute censure inferte dal fascismo all’alta cultura; fra il nicodemismo e l’adesione convinta al progetto di costruzione dello stato fascista almeno fino al ’36, per poi esprimere un’opposizione interna realmente articolata solo in conseguenza delle leggi razziali del ’38 e, ancor di più, dell’andamento disastroso del conflitto.


Recensioni

Gianni Scipione Rossi, Il totalitarismo riluttante,
in “Il Giornale dell’Umbria”, 13 novembre 2005

Danilo Breschi, Fascismo, totalitarismo a intermittenza ,
in “Ideazione”, XIII, n. 3, maggio-giugno 2006, pp. 204-207.