La biografia e il diario di Attilio Tamaro visti dalla stampa

Si torna a parlare di Attilio Tamaro: il diario di un italiano (1911-1949), il volume di Gianni Scipione Rossi pubblicato da Rubbettino con il sostegno della Fondazione. L’autore e curatore è stato ospite il 9 dicembre di Giacomo Marinelli Andreoli, direttore di UmbriaTV, sia nel Tg sia nella trasmissione di approfondimento InUmbria. Lo spunto è stato l’appunto di Tamaro relativo alla confidenza del sottosegretario agli Esteri Giuseppe Bastianini, già capo del fascismo umbro, che afferma di aver preparato una “resistenza fascista” sull’Appennino umbro-marchigiano nel caso di tracollo del regime.

Se ne è parlato anche in relazione ai rapporti di Tamaro con Margherita Sarfatti, alla quale Rossi ha dedicato il saggio L’America di Margherita Sarfatti. L’ultima illusione (Rubbettino), nel sessantesimo anniversario della morte (30 ottobre 1961) dell’eclettica intellettuale veneziana, che nel 1934, dopo il suo lungo viaggio negli Stati Uniti e il suo incontro con il presidente Roosevelt, tentò di convincere Mussolini della necessità di stringere rapporti con l’America piuttosto che con la Germania hitleriana.

All’ormai non più inedito diario dell’irredentista e diplomatico triestino, la storica Cristina Baldassini ha dedicato il saggio Né con il Re né con Mussolini: l’altra “zona grigia” nel diario di Attilio Tamaro, pubblicato nel fascicolo 2/2021 degli Annali della Fondazione (pp. 251-261).

Pubblicato a fine giugno 2021, il volume di Rossi ha avuto larghi riscontri di stampa. Il 10 luglio Paolo Marcolin, sul quotidiano triestino Il Piccolo, del quale Tamaro fu redattore, ha ricordato che <Renzo De Felice considerava Tamaro una fonte ben informata e Rossi nota che Tamaro non fu un nostalgico, ma un critico spettatore degli avvenimenti e la sua narrazione trasmette lo spirito dell’epoca>, rappresentando in fondo <una sorta di biografia della nazione>.

In effetti <quello di Tamaro – ha sottolineato Stefano Folli nel supplemento culturale Robinson della Repubblica (17 luglio) – è un viaggio nella storia italiana ed europea persino più lungo dei 38 anni che scandiscono queste pagine dense di personaggi, eventi, profili psicologici. Grande politica e vita quotidiana, entrambe giudicate con spirito critico>. La pubblicazione del volume, chiosa Folli, ha <reso un buon servizio a quanti amano la storia del Novecento>.

Nel diario – ha scritto lo storico Giovanni Belardelli sul Corriere della Sera (19 luglio) – <Tamaro registra con maniacale precisione fatti ed episodi appresi direttamente o attraverso la vasta rete delle sue conoscenze (impressionante, al riguardo, l’indice dei nomi di oltre sessanta pagine preparato dal curatore, che vi ha elencato tutte le persone citate, di ciascuna indicando la qualifica), sicché il volume si presenta come una fonte di rilievo per lo studio di quattro decenni di storia italiana>, al di là dell’irredentismo, che tuttavia <fu il filo conduttore> della sua vita. Irredentismo che, dopo la seconda guerra mondiale, si trasfigurerà in neo-irredentismo, con Tamaro impegnato su ogni fronte per il ritorno della sua Trieste all’Italia, come ha evidenziato al Tg2 (23 giugno) Gianni Scipione Rossi, intervistato da Adriano Monti BuzzettiDelle radici triestine e istriane di un uomo di cultura, amico tra l’altro, del poeta Umberto Saba, ha parlato Francesca Vigori nell’intervista per la Tgr Rai del Friuli Venezia Giulia (21 agosto).

Per quanto concerne il diario, Belardelli ha sottolineato come <certe parti – ad esempio, il resoconto di un viaggio a Mosca nel 1934, le pagine sulla città di Roma occupata dai tedeschi e poi liberata dagli Alleati – si facciano apprezzare anche per l’immediatezza di alcune descrizioni e per la qualità della scrittura>.

Dal volume – ha notato lo storico Alessandro Campi su Il Messaggero (7 agosto) – si <ricavano […] frammenti di vita e di storia di assoluto interesse, nella lunga transizione dall’implosione dell’impero austroungarico alle convulsioni dell’Italia liberale, dall’avvento, consolidamento e crollo del fascismo alla nascita della Repubblica: quattro regimi, quattro epoche, che Tamaro ha attraversato tenendo sempre la penna in mano, osservando con curiosità, avendo la fortuna di conoscere e incontrare tutti o quasi: da Joyce a Mussolini, da Margherita Sarfatti a Umbero Saba, da Camillo Castiglioni […] a Galeazzo Ciano>.

<Rossi, nel saggio introduttivo, – nota ancora Campi – spiega bene la natura del fascismo di Tamaro. Uomo d’ordine di formazione mitteleuropea, non credette mai agli impulsi rivoluzionari e misticheggianti di Mussolini. Vide il fascismo come un fenomeno tipicamente italiano, che non si poteva esportare>.

Hanno dato notizia della pubblicazione del volume i siti della Lega Nazionale di Trieste, dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e di Arcipelago Adriatico, e inoltre i quotidiani online umbri PerugiaToday (3 giugno), La Notizia Quotidiana (3 giugno) e TrgMedia (29 luglio). Quest’ultimo ha appunto evidenziato una annotazione del diario relativa a un’inedita iniziativa di “resistenza fascista” in caso di sconfitta dell’Asse, rivelata a Tamaro – come si è detto – nel marzo del 1943 dal perugino Giuseppe Bastianini.

Scrivendone su Il Foglio quotidiano (16 settembre), Vincenzo Pinto rileva che <la triestinita’ del biografato è elemento spesso richiamato dal curatore, perché il principale porto asburgico rappresenta un luogo di incontri, scontri e di “ibridazioni” far diverse temperie culturali del mondo mitteleuropeo e mediterraneo>. <Abile scrittore e giornalista>, <il lungo diario di Tamaro – sottolinea Pinto – contiene resoconti di incontri, discussioni e anche commenti personali sulle vicende più o meno elevate della politica italiana (e non) del periodo fascista. La tempra morale dell’uomo ci sembra l’aspettò su cui il curatore ha tentato di focalizzarci. Non parliamo di “umanità” e “coerenza”, ecc., quanto della capacità di mantenere la barra a dritta in anni molto difficili e tormentati della storia italiana>.

Nel segnalare il volume, Libero Quotidiano (24 settembre), evidenzia la complessa biografia dell’irredentista Tamaro e l’ampia rete dei suoi rapporti, <da Giolitti a Salandra, da D’Annunzio a Mussolini, da Grandi a Federzoni, da Balbo a Bottai>.

<Frutto di attente ricerche archivistiche e di uno scandaglio approfondito della letteratura memorialistica e storiografica – sottolinea lo storico Francesco Perfetti su Il Giornale (25 settembre) – il saggio di Gianni Scipione Rossi è un contributo importante per la conoscenza di un tipico intellettuale del mondo irredentista e nazionalista ma è, al tempo stesso, lo strumento migliore per introdurre la lettura del diario di Tamaro>.
Quanto al diario, scrive Perfetti, si tratta di <un documento fondamentale paragonabile, per la mole delle notizie e l’acutezza delle analisi, ad altri diari di gerarchi e personalità politiche, a cominciare da Ciano e Bottai>. <L’autore – pervaso dalla passione irredentistica è diviso tra giornalismo, ricerca storica e attività diplomatica – attraversò, si è detto, anche da protagonista, oltre che da osservatore, le fasi più significative del Novecento e, in particolare, gli anni di quel fascismo del quale, nel dopoguerra, si fece storico. Le sue annotazioni mettono dapprima in luce l’entusiasmo di un nazionalista, quale egli era, di fronte ai successi del fascismo in politica estera e in politica interna, ma poi, andando avanti nel tempo, descrivono in maniera impietosa il declinare del regime a causa di scelte sbagliate e l’affievolirsi del consenso>. Perfetti evidenzia un passaggio importante del diario, che riguarda i rapporti tra fascismo e nazismo: <Sono stato sempre contrario – scrive Tamaro – all’identificazione del fascismo con l’hitlerismo e ho sofferto quando ho veduto che per quella identificazione si faceva all’amore e non politica con la Germania>.

Scrivendone sulla goriziana rivista plurilingue di cultura mitteleuropea Kadmos (21 gennaio 2022), Alberto Castaldini ha notato che <volume, curato da Rossi con l’acribia dello studioso e la sensibilità del giornalista che osserva e rilegge i fatti di un passato per molti versi prossimo, restituisce così la complessa personalità di un uomo e di un intellettuale triestino, italiano, dalla prospettiva europea>.

 

 


Ecco i
 servizi televisivi sul volume del Tg2, della Tgr Rai FVG, di UmbriaTV, e il video della presentazione romana del 24 giugno 2021.

https://www.youtube.com/watch?v=m5MBjkrahqE&t=7s

https://www.youtube.com/watch?v=ZkfgLQ_Itr4&t=24s

https://www.youtube.com/watch?v=MA3Eu0HhFa8&t=16s

https://www.youtube.com/watch?v=yJVKg0KBkE0

 

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